“L’Utopia presente, un invito a celebrare l’abbondanza del presente e a pensare insieme il futuro delle residenze” is the residency module I curated for UNIDEE, the educational programme of Cittadellarte, Fondazione Pistoletto in Biella, Italy, from 17 to 20 October.
Invited to conceive a thematic gathering for a selected group of Italian residency organizations, I proposed exploring the utopian nature of residencies with the help of concepts, values, and practices borrowed from the world of ecology and care. The conversations that sparked during these intensive stays revolved around three key themes: rooting oneself in a territory, building alliances and economies, and transforming narratives and imaginaries. (You can access the final document here, language ITA).
Invited residency professionals and organizations: Pasquale Campanella, Associazione Vincenzo de Luca, Latronico (PZ); Lisa Mazza, BAU Institute for contemporary arts and ecology, Bolzano; Emilio Fantini, Fondazione Lac o Le Mon, San Cesario di Lecce (LE); Giorgio Mega, Fondazione Studio Rizoma, Palermo; Lucia Giardino e Federico Bacci, Guilmi Art Project, Guilmi (CH); Serena Olcuire, Liminaria, San Martino Valle Caudina (AV); Imma Tralli e Roberto Pontecorvo, Marea Art Project, Praiano (SA); Paolo Mele, Ramdom, Castrignano de Greci (LE); Juan Sandoval e Annalisa Zegna, UNIDEE Residency Programs, Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Biella.
Made possible thanks to: Unidee – Cittadellarte, in collaboration with STARE, Associazione delle Residenze Artistiche italiane.
“Alla base di questo invito c’è un modo di intendere la residenza come un ecosistema sensibile, dove si praticano già i futuri che desideriamo. Il titolo, solo apparentemente un ossimoro, nasce dal riconoscere la natura utopica, di alterità, che caratterizza le residenze sin dalla loro genealogia e che, come suggerito all’inizio del testo, continua ad esistere in vario modo anche nelle residenze come organizzazioni e istituzioni di oggi. Invece che pensare all’utopia come luogo immaginato o di là da venire, con questo seminario desideriamo spostare l’attenzione sul presente delle residenze che, seppure imperfetto, è già espressione di una relazione diversa con il mondo.
Pensare a una residenza come ecosistema vuol dire riconoscere che la realtà è fatta di interdipendenza tra specie diverse, accomunate dalla loro reciproca vulnerabilità; vuol dire che la pratica in residenza è sempre un fare-con altri, umani e non; un fare che accoglie la complessità e la responsabilità. Implica anche l’apertura a un posizionarsi continuo rispetto a squilibri, privilegi e ingiustizie esistenti, consapevoli del rischio di ripetere comportamenti tossici. La residenza diventa allora una struttura di supporto che tiene conto della vita in tutte le sue forme.
A partire da queste considerazioni, l’invito di questo seminario è quello di esplorare insieme il fare utopico delle residenze con l’aiuto di concetti, valori e pratiche presi in prestito dal mondo dell’ecologia e della cura.” (A.Serino)